COSMORAMA è un universo gestuale che si dischiude in un percorso itinerante e diffuso, guidato da due corpi danzanti impegnati
nella generazione di una danza invisibile e mimetica per divenire crocevia tra le pieghe, i rilievi e gli elementi naturali e artificiali del paesaggio.
Tra vedute lontane e vicine, prossimità corporea e distanza panoramica, linee, punti di fuga e contrappunti,
COSMORAMA immerge il pubblico
in un'esperienza di danza in natura, rovesciando la gerarchia dello sguardo e accompagnando in un'ascensione collettiva per riscoprire il vivere,
l'osservare, il costruire e il danzare insieme il paesaggio.
"Si comincia con un campo lunghissimo, ci fermiamo infatti a decine di metri dai due artisti, vestiti con pantaloni e smanicata beige,
in assoluta armonia cromatica con la natura; qui assistiamo alla stesura del vocabolario, in una danza fatta di gesti e movenze lente,
i segni ampi si ripetono alternando le singolarità con brevi unisoni, in un dialogo mai urlato. Qualcuno di noi si siede, mentre una nota
metallica scandisce lentamente il tempo e l’atmosfera musicale. Comparirà poi un bastone dorato che nella tappa successiva assumerà
dimensioni più importanti fino all’ultima stazione in cui l’unione di ulteriori parti lo renderà lunghissimo: giavellotto da scagliare, ausilio
per saltare oppure, come nel finale, totem da piantare in terra per una comunità in adorazione. E qui gli sforzi della platea (di attenzione
e di ricerca dentro e attorno i codici fisici) vengono ripagati con la possibilità di entrare in risonanza con la trama invisibile: il lungo bastone
diventa una reliquia da proteggere, oggetto di valore apotropaico o più semplicemente simbolo di una relazione, quella con la comunità
degli spettatori delle spettatrici. Avviene tutto naturalmente: i due artisti si avvicinano, cedono parte del peso, chi sceglie di entrare si
fa carico di una musica invisibile."
Andrea Pocosgnich [ teatroecritica.net - 06/2024 ]
"L’emozione è forte, si ha la coscienza di partecipare a un evento nel quale le classiche divisioni tra chi fa e chi guarda è superata dalla consapevolezza
di contribuire allo stesso momento rituale, allo stesso processo creativo.
[…] Moltissime le suggestioni: il rapporto natura - essere umano, nel doppio senso di interscambio tra l’organico umano e quello della natura
da un lato e tra organico e l’inorganico degli artefatti umani dall’altro; il rapporto tra le le rovine romane e i tubi dorati che si fanno simbolo
astratto di una valenza antropologica, ricordando la capacità umana di manipolare la natura attraverso gli utensili, cui fa da contraltare il portato
simbolico-performativo della coreografia che evoca il rito, si fa simbolo di un immaginario collettivo dove la partecipazione del pubblico non
è più ricettiva ma contribuisce direttamente alla performance mutando punto di vista e distanza dai due danzatori e poi unendosi direttamente a loro.
Una performance partecipata che suggerisce un’etica di rispetto dell’altro e altra da sé, sia questa una persona o la natura stessa dentro la quale,
nostro malgrado, abitiamo.
La partitura musicale contribuisce al riverbero emotivo di una coreografia esperienziale, la cui musicalità è contaminata dai rumori urbani,
quelli del treno che passa sui binari e quello della gente che vive il parco e passa, parla, producendosi in garrule risa o in commenti baritonali,
che non disturbano ma contribuiscono alla partitura, in una confluenza tra performance e spazio urbano, in un qui e ora vissuto e celebrato
da un evento unico, elegante, intelligente e riuscitissimo."
gaiaitalia.com [ 06/2024 ]
"[…] I due, come rabdomanti che cercano e ricercano, avanzano per intercettare un contatto,
una tattilità, un’aderenza con la geometria dello spazio e gli elementi intorno, inclusi, a tratti,
gli spettatori. Puntando le aste come sonde, quale strumento di misurazione che dal piccolo si
va ad addizionare allungandosi, creando distanza e vicinanza si genera una danza invisibile e mimetica,
un rito affascinante che coinvolge lo sguardo e le posture dello spettatore nell’osservare e nel seguire il loro incedere.
Pubblico chiamato anche ad attimi di partecipazione – mentre la musica e il canto di un madrigale destrutturato avvolge l’etere -,
condividendo la consegna e la restituzione delle aste, che infine saranno unite e innalzate come un unico giunco dorato."
Giuseppe Distefano [ www.exibart.com - 07/2024 ]