Deserto digitale
anno: 2019

creazione dedicata alla ricerca musicale di Edgard Varèse
regia e coreografia: Nicola Galli
produzione: Fondazione Musica per Roma, TIR Danza, Fondazione Teatro Grande di Brescia, stereopsis
con la collaborazione di: L’arboreto - Teatro Dimora di Mondaino, Teatro Petrella di Longiano
danza: Alessandra Fabbri, Nicola Galli, Paolo Soloperto
musica: Edgard Varèse (Un grand sommeil noir, Poème électronique, Déserts, Ionisation, Density 21.5.)
testi liberamente ispirati agli scritti di: Edgard Varèse, Alice Miller, Gilles Clément, Marcel Proust
scenografia: Giulio Mazzacurati
video e costumi: Nicola Galli
luci e audio: Giovanni Garbo
organizzazione: Giulia Melandri
residenza artistica: L’arboreto – Teatro Dimora di Mondaino, Teatro Petrella di Longiano, CapoTrave/Kilowatt Sansepolcro
con il sostegno di: h(abita)t – Rete di Spazi per la Danza / Leggere Strutture Art Factory, Centro di Residenza della Toscana (Armunia Castiglioncello - CapoTrave/Kilowatt Sansepolcro)
durata: 60 minuti

Progetto vincitore del Premio Equilibrio 2018
Spettacolo selezionato nell'ambito di NEXT 2018 / 2019 Laboratorio delle idee per la produzione e distribuzione dello spettacolo dal vivo - Regione Lombardia


Deserto digitale Deserto digitale è una composizione coreografica dedicata alla rivoluzionaria ricerca musicale di Edgard Varèse basata sulla spazializzazione e l'organizzazione tridimensionale del suono.
Ispirata all'opera musicale Déserts (1954), lo spettacolo presenta un ambiente bianco, asettico e misurato che accoglie un'immaginario paesaggistico capace di rivelare il deserto inteso come territorio sconfinato, disabitato e condizione esistenziale.
Un'atmosfera irreale e psichica, suoni gloriosi, interpolazioni di nastri magnetici, colori miscelati e figure viaggiatrici compongono un rituale visivo e onirico conteso tra sospensione, violenza e catarsi per generare un atlante figurativo che mette in luce progressivamente la natura introspettiva dell'animo umano.
"Se ti dico la parola deserto, cosa vedono i tuoi occhi?"
Questa domanda conduce il nostro sguardo in un viaggio sensoriale, conturbante e viscerale che, scandagliando le diverse forme di deserto, diventa lente d'ingrandimento per portare alla luce un universo caleidoscopico in costante cortocircuito.
Deserto digitale, nella sua accezione di spazio immenso eppure tascabile, fluido e immateriale, apre una breccia nella desolata condizione umana raccontando la rivolta silenziosa delle emozioni latenti per la sopravvivenza dell'individuo.

Nicola Galli

"Dai paesaggi installativi, alle stratificazioni dell'architettura ossea, alla ricerca sul sistema planetario.
In
Deserto digitale (Premio Equilibrio 2018, visto a FOG Triennale Milano) troviamo tutti gli elementi della poetica coreografica di Nicola Galli, mente fertile e sollecita a continue sperimentazioni, e qui con la recente predilezione della musica di Edgard Varèse.
[...] Enormi lenti colorate, liturgicamente manovrate e sovrapposte, creano una scala cromatica e fungono pure da schermo per immagini di organismi viventi e per giochi d'ombra. Il viaggio sensoriale e onirico che tutto lo spettacolo suscita - col bellissimo inizio di un Lied che evoca 'un grande sonno nero' - vede scorrere posture metamorfiche da rettile e pennuto insieme; lotte marziali con lunghe aste, assoli e duetti sincronici col pulsare timbrico della musica; esplorazioni di astronauta e ricognizioni corporali con sonde nella cavità orale; un corpo nudo, che è pianta rampicante o crisalide, uscire da un carrello d'acciaio.
Molte altre le sequenze a evocare non più un deserto sconfinato ma un mondo vegetale, animale e umano fecondo di vita."

Giuseppe Distefano [ Danza&Danza Magazine - 09/2019 ]


Nicola Galli

Nicola Galli

Nicola Galli