VENUS è il secondo episodio della ricerca coreografica di Nicola Galli dedicata al sistema planetario.
L'immaginario astronomico e iconografico di VENUS proietta l'avvicinamento dell'uomo al proibitivo e ostile pianeta Venere,
caratterizzato da un'atmosfera vulcanica e acida.
Due figure umane vi atterrano e presentano un alfabeto di gesti attraverso l’esecuzione - tanto distante quanto rigorosa - di una serie
di esercizi tratti dal repertorio ballettistico e ginnico, tracciando vettori e morbide linee.
L’origine terrestre dei loro corpi ben temperati perturba l'atmosfera di Venere: il movimento è punteggiato da elementi che,
cadendo sulla superficie, interrompono l'azione e richiamano all'ordine.
Le due figure procedono tessendo un disegno sinuoso e curviforme, alla ricerca di una possibile quiete.
Un deflusso d'acqua spezza però l’apparente armonia, annientando la loro curiosità e innescando un ultimo impetuoso tentativo di difesa.
Ormai sconfitte, contemplano il lontano pianeta Terra, maestoso e centrale nel panorama celeste, nel velato desiderio di farvi ritorno.
"[...] Possiede un immaginario vasto che riesce a canalizzare in dispositivi teatrali in cui non nega valore a forti sviluppi estetici.
Si tratta di Nicola Galli che nell'estratto da Venus ha dato vita ad atmosfere e suggestioni ispirate all'omonimo pianeta del sistema solare.
Sotto il globo terrestre si consuma un dialogo tra un efebo flessuoso e scattante, lo stesso autore Galli, e una figura muliebre morbida
e matura, l'interprete Alessandra Fabbri, in cui la continua oscillazione del pianeta tra proprietà celesti e influssi terreni
prende forma in linee cadenzate e piacevoli. Una sorta di moto armonico che senza contrasti disegna un tessuto coreografico
di grande fascinazione, vicino per alcuni versi ai canoni della tradizione ma ideato, come lo stesso Galli esperto di grafica
afferma, partendo da un attento studio delle curve di Bézier."
Carmelo Antonio Zapparrata [ "In Vetrina: Giovane Danza con Autore" - www.artearti.net ]
"[...] Nicola Galli ha dalla sua la visionarità e la bizzarrìa, e ogni suo progetto artistico è un viaggio in un altro mondo, o meglio
sarebbe dire, pianeta.
In Venus
è in scena con una donna matura, la sua maestra di danza Alessandra Fabbri.
Creature sbarcate su
Venere - pianeta abitato soltanto da una trave svedese e da un tubo grigio su cui scorrono palline-, presumibilmente in cerca di quiete,
che presto si accorgono di agognare un ritorno sulla Terra, la cui immagine è proiettata sul fondale.
La distanza temporale
tra i due insinua nel pezzo una crasi, filiale e incestuosa, che sbalestra lo spettatore e lo tiene sul filo di lama tutta la performance.
Esattamente come l'ambientazione e i costumi che al tempo stesso fanno pensare a una pièce della Graham e di Charmatz (ovvero
modern e postodern).
Intrigante seppure ermetico."
Maria Luisa Buzzi [ "La vetrina per il domani" - Danza&Danza Magazine ]
"[...] Alessandra Fabbri con la sua femminilità delicata e, al contempo, matura, domina la prima parte della pièce
caratterizzata da pose che ricordano statue antiche e che si fanno espressione del pianeta stesso.
Innalzata al pari della Dea Venere, il suo personaggio è accompagnato da un efebico Nicola Galli, trasformato
per l’occasione in un giovane adepto preoccupato di allietarla e addolcire la difficile permanenza sul pianeta, facendola
sorridere in danze simili a giochi di fanciulli.
La nostalgia per la Terra, proiettata fin dall’inizio sullo sfondo,
blocca però la fluidità dei movimenti, complicando la semplicità del loro rapporto e finendo per renderli
più simili a un Adamo ed Eva novelli, desiderosi di abbandonare questa sorta di paradiso extra-terrestre."
Camilla Fava [ "Kilowatt Festival - Su un altro pianeta" - www.stratagemmi.it ]