"L’anima, dunque, sciolta
dall’esterna reggenza - in cui occupata
in materiale impiego,
bene o male dà il giorno per concluso - ,
solamente dispensa
remota, se del tutto separata
no, dalla temporanea morte oppresse
alle languide membra, alle calme ossa
i doni del calor vegetativo,
il corpo essendo, nella quieta calma,
con anima una salma,
morto alla vita ed alla morte vivo,
di quest’ultimo dando tarde prove
dell’orologio umano
il volano vitale che, senza ago,
ma in concerto arteriale, moderati
segni, pulsando, manifesta lento
del suo ben regolato movimento."
Juana Inés de la Cruz "Primo sogno"
2 m² - 10kg di tessuto cutaneo.
Sottile lamina epidermica, fessura sensibile e irritabile, placenta vetrata insonorizzante.
Capsula uterina, spazio virale, moltiplicabile, mono.
Camera d'incubazione, luogo tascabile, dimensione altra che sovverte lo spazio quadridimensionale.
Addormentamento, decelerazione, intorpidimento,
ritratto del contrario della vita.
Gestazione nel luogo primo, sospensione nel luogo ultimo, ossimoro temporale.
Corpo articolabile, che si predispone alla compressione e dilatazione. Adattamento.
Sguardo grandangolare / microscopia epiteliale.
Palpebre unite, saracinesca abbassata, la cui superficie assorbe completamente ogni radiazione.
Retina confine spaziale della camera vitrea, pupilla entrata circolare gelatinosa e trasparente.
Iride diaframma f0.95 .
Assenza di luce, colore e percezione visiva. Spazio nero.
Luogo del sonno, l'ultima immagine. Terminata veglia.
Visione stereoscopica, monocolo, buio.
"[...] Galli mette in atto un’operazione di scarnificazione del corpo, eliminando progressive stratificazioni, prima epidermiche e poi muscolari,
per poter approdare all’impalcatura scheletrica e sondarne con precisione chirurgica le potenzialità. É un processo che procede dai confini dell’oggetto
corporeo alla sua struttura interna al fine di rendere quest’ultima pregnante, farla emergere e realizzarne una traduzione visuale nello spazio esterno.
Si assiste dunque a un sistema che contempla sul piano performativo una sinergia di vuoti e di pieni, di interno ed esterno, di densità e di assenza.
Il performer agisce costretto in un’area spaziale che si presenta come due cubi di dimensioni differenti, incastonati l’uno nell’altro,
sottoposti ad estremo appiattimento e ridotti a un riquadro di pluriball con al centro uno spazio vuoto, anch’esso quadrangolare. Viene così ad
instaurarsi un rapporto di connessione con il cubo bianco, tridimensionale, privato di una delle facce, in cui Nicola Galli e Elisa Mucchi,
o Galli in solitaria, rinchiudono e fanno agire i loro corpi durante prime visioni sottocutanee, installazione del 2012, concepita per MDV
e per il progetto Oyeme con los ojos e ospitata in location differenti, tra cui la vetrina di un negozio d’abbigliamento."
Andrea Scappa [ "Echi ossei" - Roma - waiting for DNA 2013 ]